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Domande Frequenti

FAQ.

Risposta alle domande frequenti circa i servizi dello Studio e il recupero Crediti Stragiudiziale e Giudiziale

I servizi

dello Studio

Info generali

Come funziona l’appuntamento online?

Potete prenotare il vostro appuntamento utilizzando l’agenda informativa cliccando qui e scegliendo la data e l’orario più comodi per le vostre esigenze.

Il primo appuntamento ha una durata di 20 minuti, nei quali l’avvocato è vostra disposizione gratuitamente per comprendere il problema e individuare quale sia la strategia e il servizio più adeguati alla vostra situazione.

Come posso rimanere aggiornato sull’andamento delle mie pratiche?

Lo Studio mette a vostra disposizione un report online con il quale verificare l’andamento di ogni singola pratica affidata.

Ad ogni contatto telefonico con il debitore, ad ogni diffida, così come per ogni fase processuale, i professionisti dello Studio indicheranno sul report l’attività effettuata e i suoi risultati.

Consulenza e Laboratorio dei reclami

Che differenza c’è tra la “Consulenza 360” e il “Laboratorio dei reclami”?

La “Consulenza 360” è il servizio di consulenza più ampio offerto dallo Studio e si pone quale obiettivo quello di tutelare il fatturato del professionista o dell’impresa in tutto il suo ciclo di vita: redazione del contratto, acquisizione/monitoraggio del cliente, valutazione sul rischio di insoluto, gestione della lamentela e del ritardo nel pagamento.

Il “Laboratorio dei reclami”, invece, ha quale unica funzione quella di esternalizzare direttamente ai professionisti dello Studio uno degli inconvenienti più tipici di chi lavora: l’insoddisfazione del cliente.

L’obiettivo del “Laboratorio dei reclami” è quello di evitare danni reputazionali nonché inutili e dispendiose cause.

Che differenza c’è tra la “Consulenza 360” e la “Consulenza Newco”?

La differenza fondamentale tra la “Consulenza 360” e la “Consulenza Newco” riguarda l’utente.

La “Consulenza Newco è infatti pensata per chi si affaccia al mercato, per chi non ha ancora acquisito tutte le necessarie competenze per superare gli ostacoli che possono esserci all’inizio di ogni nuova attività.

Rientrano nel target coloro che risultano titolari della P. IVA da meno di 5 anni, con un fatturato inferiore ad € 30.000.

La “Consulenza 360” riguarda, invece, chi ha già superato la prima fase ed ha un’attività già rodata.

L’impegno dello Studio è il medesimo in entrambi i casi, ma il tariffario è differente per dare a chi è alle prime armi la possibilità di accedere ad un servizio che al contrario non potrebbe permettersi e per dare a chi invece ha un’attività ben avviata una presenza maggiore in termini di tempo ed in considerazione del maggior numero di clienti da gestire (per questo motivo è stato stabilito un monte- ore ed un numero massimo di anagrafiche).

Come si calcola il monte-ore della “Consulenza 360” e del “Laboratorio dei reclami”?

Il monte-ore si calcola sul rapporto effettivo con voi.

Sarà calcolato sul tempo degli appuntamenti periodici nei quali ci incontreremo per verificare l’andamento generale delle attività dello Studio e sui momenti di condivisione di cui avrete necessità.

Nel monte-ore non verrà incluso il lasso di tempo di lavorazione “interna” dedicato dallo Studio.

Come si calcola il numero di anagrafiche di controparte della “Consulenza 360” e del “Laboratorio dei reclami”?

Il numero di anagrafiche di controparte coincide all’effettivo numero di parti avverse che porterete all’attenzione dello studio.

Il conteggio viene svolto mediante la verifica del nominativo e del codice fiscale/P.IVA.

Ad esempio, se nei confronti della Società Alfa S.r.l. avete due debiti distinti per due commesse diverse, si conta una sola anagrafica.

Cosa succede se sfori il monte-ore della “Consulenza 360” e del “Laboratorio dei reclami”?

Nell’ipotesi in cui, nel corso della “Consulenza 360” o del “Laboratorio dei reclami”, venga superato il limite ore di consulenza o il limite anagrafiche controparte, lo Studio avvertirà il Cliente e valuterà con lo stesso il potenziamento della consulenza allo scaglione successivo.

Contrattualistica d’impresa

Che cos’è un contratto?

    Il contratto, disciplinato dagli art.1321 e seguenti del Codice civile, è l’accordo tra due o più parti per costituire, regolare od estinguere un rapporto giuridico patrimoniale. È la massima espressione dell’autonomia privata, del potere, cioè, che hanno i soggetti di dettare una regola ai propri interessi.

    Il contratto deve essere sempre scritto?

      No, il Codice civile stabilisce che la forma del contratto è libera, e quindi anche orale, salvo che la legge non stabilisca diversamente.

      I casi in cui è prevista la forma scritta a pena di nullità sono tassativamente previsti dalla legge.

        Perché avere un contratto scritto può essere importante?

          Avere un contratto che riepiloga tutti gli obblighi delle parti semplifica il rapporto, non lascia spazio a strumentalizzazioni e ti fornisce una prova certa.

              Il preventivo può essere un contratto?

                Il preventivo è un atto precontrattuale e, solitamente, individua nel dettaglio alcuni aspetti della prestazione e del pagamento.

                Nell’ipotesi in cui il cliente firmi il preventivo equivale ad un’accettazione delle condizioni proposte e, conseguentemente, alla conclusione di un contratto il cui contenuto, tuttavia, può essere insufficiente per tutelare al meglio i propri interessi.

                Un possibile rimedio è dotarsi di un modulo standard di condizioni generali di contratto da far firmare insieme al preventivo.                            

                    Informazioni sul recupero

                    Stragiudiziale e Giudiziale

                    Attività Stragiudiziale

                    Che cos’è l’attività stragiudiziale?

                    Quando ci si trova davanti ad un insoluto, la preoccupazione maggiore riguarda i tempi di recupero del proprio credito e il dispendio economico.

                    Molte volte scendere a patti è più conveniente sotto entrambi gli aspetti: una somma certa nel breve termine, anche se più bassa, può essere un risultato migliore rispetto ad ottenere l’intero in tempi lunghi e con iter costosi.

                    L’attività stragiudiziale, caratterizzata dall’invio di lettere, mail o PEC e telefonate, è volta al raggiungimento di un accordo con la controparte, concedendole la possibilità di un pagamento rateale o un saldo e stralcio (uno sconto sulla somma dovuta).

                    Quanto concordato con controparte viene cristallizzato in uno scritto, definito atto di transazione.

                    Che cos’è la intimazione di pagamento e messa in mora?
                    Si tratta di una lettera, inviata a mezzo raccomandata a/r o via PEC, il cui contenuto è strettamente formale e con cui il creditore richiede al debitore di adempiere a un obbligo di pagamento entro un termine stabilito. Con questa comunicazione il creditore avvisa il debitore che, in caso di mancato pagamento entro il termine indicato, darà avvio alle azioni legali.
                    Che cos’è l’atto di transazione?
                    L’accordo transattivo (o transazione) è un contratto con il quale due parti chiudono una lite in corso, o prevengono una lite futura facendosi reciproche concessioni. Per quanto riguarda le situazioni debitorie, nella casistica più diffusa si ha un accordo transattivo che permette al debitore di eliminare il proprio debito pagando al creditore una somma inferiore rispetto a quanto inizialmente dovuto. I vantaggi sono reciproci: il debitore può estinguere il debito, restituendo un importo minore in confronto a quello originario, mentre il creditore incassa immediatamente una somma di denaro senza ricorrere a dispendiose azioni giudiziarie. Solitamente la transazione si formalizza con un atto scritto, che definisce i termini dell’accordo ed evita richieste infondate.
                    Che cos’è un saldo e stralcio?
                    Il saldo e stralcio può essere definito come quell’accordo, tra un debitore e un creditore, per mezzo del quale il debitore corrisponde al proprio creditore una somma inferiore rispetto a quanto inizialmente dovuto, stralciando, per l’appunto, una parte dell’importo. Così facendo, il debitore riesce a saldare il proprio debito e il creditore riesce a recuperare la somma dovuta entro termini certi, senza dover ricorrere a procedure esecutive. Il saldo e stralcio si differenzia dal pagamento rateale perché, solitamente, il pagamento avviene in un’unica soluzione.
                    Dopo che il debitore ha pagato la somma prevista nella transazione, cosa succede?
                    Una volta pagata l’intera cifra concordata, il creditore invia al debitore la quietanza liberatoria, il documento con cui attesta di non dover ricevere più alcunché in merito.
                    Devo per forza fare il tentativo stragiudiziale prima dell’attività giudiziale?

                    La valutazione su quale sia la miglior strategia verrà stabilita insieme.

                    Se riterrete necessario procedere con l’azione giudiziaria senza prima svolgere un tentativo stragiudiziale, saremo al vostro fianco.

                    Quali documenti servono per la tutela del credito?

                    Per procedere al recupero del vostro credito sono necessari i seguenti documenti:

                    • anagrafica di controparte;
                    • eventuale contratto firmato con il debitore;
                    • fatture o titoli non pagati;
                    • eventuale corrispondenza scambiata con il debitore;
                    • ogni altro documento comprovante l’esistenza e l’ammontare del credito.
                    Quanto tempo occorre per recuperare un credito o definire una pratica?

                    Nel caso di attività stragiudiziale il recupero del credito può avvenire già nel giro di qualche settimana.

                    Nel caso di attività giudiziale il tempo necessario varia dalla tipologia di azione scelta e dal Tribunale. Indicare un tempo comune a tutte le azioni legali può risultare estremamente fuorviante: prendi un appuntamento con il nostro Studio e, analizzata la situazione, sapremo indicarti una stima del tempo necessario più concreta.

                    Posso chiedere gli interessi in caso di tardato pagamento del dovuto?

                    Certamente.

                    Il mancato rispetto della scadenza di un pagamento genera un debito al quale possono applicarsi interessi legali, convenzionali o di mora.

                    La tipologia di interessi applicabili dipende è strettamente collegata a quanto previsto nel contratto tra creditore e debitore.

                    In ipotesi di transazioni commerciali, suggeriamo la previsione dei relativi tassi moratori.

                    In assenza del contratto, applicheremo il tasso legale.

                    Attività Giudiziale

                    Devo per forza fare il tentativo stragiudiziale prima dell’attività giudiziale?

                    La valutazione su quale sia la miglior strategia verrà stabilita insieme.

                    Se riterrete necessario procedere con l’azione giudiziaria senza prima svolgere un tentativo stragiudiziale, saremo al vostro fianco.

                    Che cos’è l’attività giudiziale? Qual è l’iter delle fasi giudiziali più comune?

                    Quando il tentativo stragiudiziale è vano, bisogna ricorrere agli atti giudiziari.

                    Le fasi giudiziali più comuni ed essenziali sono le seguenti:

                    • Deposito del ricorso per decreto ingiuntivo presso il Tribunale/Giudice di Pace competente e conseguente emissione del decreto ingiuntivo da parte del Giudice. Notifica al debitore.
                    • Decorso del termine di 40 giorni per l’opposizione al decreto ingiuntivo.
                    • Notifica dell’atto di precetto (se il decreto ingiuntivo è provvisoriamente esecutivo quest’ultimo può essere notificato insieme all’atto di precetto).
                    • Notifica dell’atto di pignoramento da parte dell’Ufficiale Giudiziario e apertura del procedimento esecutivo presso il Tribunale competente.
                    • Lo Studio si propone di procedere con l’attività giudiziale solo quando dalla stessa possiate effettivamente ottenere il risultato sperato.
                    • Le verifiche preliminari relative al patrimonio di controparte sono il presupposto per valutare se e come procedere.

                    Lo Studio si propone di procedere con l’attività giudiziale solo quando dalla stessa possiate effettivamente ottenere il risultato sperato.

                    Le verifiche preliminari relative al patrimonio di controparte sono il presupposto per valutare se e come procedere.

                    Posso recuperare un credito in tutta Italia?

                    Lo Studio vanta una rete di professionisti che opera in tutto il territorio nazionale. Questo vi permette di azionare la tutela dei vostri crediti in qualunque Tribunale italiano, avendo un unico referente in Studio.

                    Quali documenti servono per la tutela del credito?

                    Per procedere al recupero del vostro credito sono necessari i seguenti documenti:

                    • anagrafica di controparte;
                    • eventuale contratto firmato con il debitore;
                    • fatture o titoli non pagati;
                    • eventuale corrispondenza scambiata con il debitore;
                    • ogni altro documento comprovante l’esistenza e l’ammontare del credito.
                    Quanto tempo occorre per recuperare un credito o definire una pratica?

                    Nel caso di attività stragiudiziale il recupero del credito può avvenire già nel giro di qualche settimana.

                    Nel caso di attività giudiziale il tempo necessario varia dalla tipologia di azione scelta e dal Tribunale. Indicare un tempo comune a tutte le azioni legali può risultare estremamente fuorviante: prendi un appuntamento con il nostro Studio e, analizzata la situazione, sapremo indicarti una stima del tempo necessario più concreta.

                    È possibile recuperare le spese sostenute per l’attività di recupero del credito?

                    Le spese sostenute per avviare e portare avanti le azioni legali a tutela del credito saranno interamente imputate al debitore il cui debito, di conseguenza, aumenterà degli importi necessari a tal fine.

                    Le spese sostenute per l’attività stragiudiziale, invece, restano a carico del creditore.

                    Posso chiedere gli interessi in caso di tardato pagamento del dovuto?

                    Certamente.

                    Il mancato rispetto della scadenza di un pagamento genera un debito al quale possono applicarsi interessi legali, convenzionali o di mora.

                    La tipologia di interessi applicabili dipende è strettamente collegata a quanto previsto nel contratto tra creditore e debitore.

                    In ipotesi di transazioni commerciali, suggeriamo la previsione dei relativi tassi moratori.

                    In assenza del contratto, applicheremo il tasso legale.

                    Cos’è una notificazione e a cosa serve?
                    La notificazione è lo strumento con cui un atto viene portato ufficialmente a conoscenza del suo destinatario. Nei casi in cui la legge prevede che un atto, per produrre effetti giuridici, debba essere comunicato ad un soggetto, la notificazione consente di avere certezza del fatto che tale comunicazione sia avvenuta e di sapere con esattezza quando. Di norma le notificazioni sono eseguite dall’ufficiale giudiziario; in molti casi, tuttavia, la legge consente anche all’avvocato di eseguire le notificazioni, a mezzo posta o utilizzando la posta elettronica certificata (PEC).
                    Si può eseguire una notificazione a mezzo posta elettronica certificata?
                    È possibile eseguire una notificazione a mezzo posta elettronica certificata (PEC) se ciò non è espressamente vietato dalla legge. Per eseguire una notificazione a mezzo posta elettronica certificata è necessario che sia chi esegue la notificazione sia chi la riceve dispongano di un indirizzo PEC.
                    Che cos’è la intimazione di pagamento e messa in mora?

                    Si tratta di una lettera, inviata a mezzo raccomandata a/r o via PEC, il cui contenuto è strettamente formale e con cui il creditore richiede al debitore di adempiere a un obbligo di pagamento entro un termine stabilito.

                    Con questa comunicazione il creditore avvisa il debitore che, in caso di mancato pagamento entro il termine indicato, darà avvio alle azioni legali.

                    Che cos’è il decreto ingiuntivo?

                    Il decreto ingiuntivo è un atto giudiziario con il quale il giudice, su richiesta del creditore, ingiunge al debitore:

                    • il pagamento di una somma di denaro,
                    • la consegna di una determinata quantità di cose fungibili,
                    • la consegna di una cosa determinata.

                    L’iter è caratterizzato per essere più veloce e snello rispetto ai giudizi ordinari: consente di ottenere rapidamente un titolo esecutivo, documento indispensabile per poter procedere con il pignoramento dei beni del debitore.

                    Il debitore-ingiunto può proporre l’opposizione entro quaranta giorni dalla notifica del decreto ingiuntivo e, in quel caso, si instaura un vero e proprio procedimento ordinario.

                    Che cos’è il precetto?

                    L’atto di precetto è un’intimazione di pagamento che precede il pignoramento.

                    È l’atto con il quale il creditore intima al debitore di adempiere l’obbligo contenuto nel titolo esecutivo (decreto ingiuntivo, sentenza, etc.), con l’avviso che in caso di mancato adempimento procederà con l’esecuzione forzata.

                     Per notificare un atto di precetto è necessario, quindi, che il creditore disponga di un titolo esecutivo.

                    Che cos’è il pignoramento presso terzi?

                    Il pignoramento presso terzi è una procedura che riguarda i beni del debitore che non sono in suo diretto possesso.

                    Ed infatti è una particolare forma di pignoramento che ha per oggetto:

                    • i beni mobili del debitore nel possesso di terzi (ad esempio, somme presenti sul conto corrente);
                    • crediti del debitore nei confronti di terzi (ad esempio, lo stipendio).
                    • Il pignoramento presso terzi presuppone il necessario coinvolgimento di tre parti:
                    • il creditore procedente;
                    • il debitore esecutato;
                    • il terzo pignorato.

                    Successivamente alla notifica del pignoramento il terzo ha l’obbligo di custodire i beni pignorati, viceversa incorre in responsabilità di tipo civili e penali.

                    Inoltre, il terzo ha il dovere di inviare al creditore entro dieci giorni la dichiarazione su quali beni del debitore sono in suo possesso.

                    Se la dichiarazione del terzo è positiva (o, in assenza, se si ha la certezza che il terzo possieda determinati beni del debitore) si procede al deposito del fascicolo in Tribunale (iscrizione a ruolo).

                    Successivamente, si terrà l’udienza davanti al Giudice dell’Esecuzione, il quale emette l’Ordinanza di Assegnazione: solamente in seguito alla comunicazione di questo provvedimento al terzo, quest’ultimo provvederà al pagamento o alla consegna delle somme o dei beni accantonati e custoditi.

                    La durata dell’iter processuale sommariamente descritto è di circa sei mesi.

                    Che cos’è un’ipoteca?

                    L’ipoteca è una garanzia, rientrante nella categoria delle garanzie reali.

                    Grazie all’ipoteca il creditore che decide di pignorare il bene è privilegiato rispetto agli altri creditori: in altre parole viene soddisfatto con preferenza sul prezzo ricavato dall’espropriazione.

                    L’ipoteca si può distinguere i tre diverse tipologie:

                    • volontaria, l’ipoteca viene iscritta in forza di un contratto o di una dichiarazione unilaterale del concedente;
                    • legale, l’ipoteca viene iscritta, anche contro la volontà del debitore, in forza di una disposizione normativa;
                    • giudiziale, l’ipoteca viene iscritta in forza di un titolo giudiziario idoneo. In questo caso, non è necessario informare il debitore dell’avvenuta iscrizione.

                    Sullo stesso bene possono essere iscritte più ipoteche a garanzia di crediti diversi: ogni ipoteca successiva acquisisce il numero progressivo di grado. In caso di vendita del bene verrà soddisfatto il creditore con l’ipoteca di primo grado e, se c’è un residuo, quello di secondo grado e via di seguito.

                    L’ipoteca non comporta l’obbligo per il creditore di agire con l’esecuzione forzata: l’iscrizione conserva efficacia per vent’anni trascorsi i quali, se non viene rinnovata, si estingue.

                    Se il debitore deciderà di vendere il bene, per ottenere la cancellazione dell’ipoteca in favore dell’acquirente, sarà tenuto al pagamento del dovuto.

                    Che differenza c’è tra ipoteca e pignoramento immobiliare?

                    L’ipoteca e il pignoramento sono due fattispecie profondamente diverse: la prima è esclusivamente una garanzia che non muta la titolarità del bene o i relativi diritti reali.

                    Il secondo è un’azione, volta ad espropriare il bene e, con il ricavato della vendita forzata, a soddisfare i creditori.

                    Che cos’è il pignoramento immobiliare?

                    L’espropriazione immobiliare ha per oggetto il diritto di proprietà e i diritti reali di godimento sui beni immobili.

                    La procedura, articolata e complessa, si svolge davanti al Tribunale del luogo in cui l’immobile si trova e si pone quale scopo la vendita forzata del bene del debitore per soddisfare i diritti dei creditori.

                    Nella procedura intervengono diverse figure professionali ad ausilio del Giudice dell’Esecuzione, tra cui il Custode Giudiziario, il Delegato alla vendita, il Perito stimatore del bene e, a seconda dei Tribunali, l’esperto contabile.

                    Raramente il debitore viene nominato custode del bene, ma può continuare ad abitarci con la famiglia fino alla pronuncia del decreto di trasferimento (il provvedimento con cui, colui che acquista la casa all’asta, diviene proprietario).

                    Nell’ipotesi in cui il bene non sia conservato dal debitore con la diligenza richiesta dalla norma o in cui quest’ultimo non consenta la visita ai potenziali acquirenti, il Giudice dell’esecuzione ordina la liberazione dell’immobile.

                    Il bene può essere venduto nel corso della prima asta o durante le successive: a ogni asta successiva il prezzo (originariamente stabilito con perizia del professionista incaricato dal Giudice) subisce un ribasso.

                    Successivamente alla vendita deve essere redatto il progetto di distribuzione, ossia il piano cui le somme incassate vengono ripartite tra i creditori e a rimborso delle spese vive sostenute per la procedura stessa.

                    Approvato il progetto, vengono eseguiti i relativi pagamenti e la procedura può considerarsi conclusa.

                    La durata dell’iter processuale sommariamente descritto varia in base alla natura dell’immobile da vendere, al mercato immobiliare del posto, e dalle consuetudini del Tribunale competente.